Nella mitologia classica greca la figura di Icaro è legata alla vicenda delle ali e del volo che gli costò la vita. Ma cominciamo dalle origini. Icaro era figlio di Dedalo e di una delle schiave del re Minosse, Naucrate. Dedalo, che viveva a Creta, era un abile fabbro e per questo Minosse, che regnava sull’isola, lo aveva designato come suo “inventore ufficiale”.
Era stato lui, infatti, a progettare il labirinto nel quale Minosse aveva rinchiuso il terribile Minotauro. Ma il mostro venne ucciso da Teseo con l’aiuto della figlia di Minosse, Arianna, che si era innamorata dell’eroe. Il re di Creta accusò Dedalo di essere intervenuto ad aiutare Teseo nella sua impresa e lo mise in prigione con il figlio Icaro, che aveva dieci anni. I due furono rinchiusi nella parte più alta del palazzo di Cnosso, senza pane e acqua, e dopo qualche giorno di fame tremenda escogitarono un piano per fuggire dalla torre.
Dedalo disse al figlio di arrampicarsi sul soffitto e di raccogliere i favi di un nido di api, e poi di strappare le penne degli uccelli che si trovavano sulle travi a dormire. L’idea di Dedalo fu geniale: dopo aver succhiato il miele dai favi dall’alveare fece sciogliere la cera facendo convogliare i raggi solari su una lente di ingrandimento: con la stessa cera disegnò le sagome di quattro ali. Quando la cera era ancora morbida e malleabile passò ad infilare le penne dei piccioni che Icaro aveva raccolto dal soffitto, infine completò le ali con delle imbracature di cuoio utilizzando la cintura e i sandali.
Dedalo e Icaro si arrampicarono sul davanzale dopo aver allacciato le ali sulla schiena. Si lanciarono nel vuoto mentre il cielo era pieno di stelle. Incontenibile fu la gioia dei due quando cominciarono a volteggiare, Icaro non faceva che gridare: “Guarda papà, sto volando!”.
Dedalo però raccomandò al figlio di non spingersi troppo in alto e di mantenere la direzione ad ovest. “Se ti avvicini troppo al Sole la cera potrebbe sciogliersi e quindi rischi di precipitare!”, avvisò. Ma Icaro era troppo preso dall’emozione del volo e non aveva neppure ascoltato l’avvertimento del padre.
Arrivato verso l’Orsa Maggiore, Icaro non si accorse che il Sole stava spuntando sulla parte orientale. Elios fece sfrecciare i raggi infuocati verso il cielo e colpì una delle ali di Icaro. La cera cominciò a sciogliersi e le penne si staccarono, cosicchè Icaro precipitò rovinosamente al suolo. Il padre Dedalo vide il figlio che cadeva verso il basso senza poter fare nulla. Piangendo per la disperazione di aver perduto il figlio, continuò a volare verso la Sicilia.
Ogni sua lacrima che cadeva nel mare venne raccolta dalle Nereidi che ne fecero perle di saggezza. Ancora oggi si racconta che lo spirito di Icaro risale ogni notte dal mare e raggiunge il cielo per mettersi a giocare con le stelle.