2025 Anno del Serpente

Ci troviamo nell'ambito del calendario cinese che trova le sue fondamenta nella tradizione astrologica, sviluppatasi parallelamente all’astronomia tradizionale che regola il nostro tempo. Secondo tale calendario ci sono dodici segni astrologici che vanno a comporre un ciclo di dodici anni; ogni anno è rappresentato da un animale e proprio quest’anno spetta al Serpente. A questo ciclo se ne aggiunge un secondo caratterizzato da cinque elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. Questi, a coppie di due anni, formano un ciclo di dieci anni; con la sovrapposizione dei due cicli si formano delle combinazioni come, ad esempio, nell’anno appena iniziato, il Serpente di Legno. 

Svariati miti danno una giustificazione alla selezione di questi animali, al loro ordine e alla loro importanza. Uno dei più particolari narra che il Buddha, per annunciare la sua fine sulla terra, richiamò a sé tutti gli esseri viventi ma soltanto dodici di questi ubbidirono alla sua chiamata e per rendergli onore egli decise di chiamare con il nome di ciascuno di essi un anno solare. Nel contesto dell’astronomia cinese, il significato del serpente è ben lontano dall’attribuzione che tendenzialmente viene affidata a questo animale nel mondo occidentale: viene infatti inteso come piccolo drago, quindi tutte le persone che sono nate in questo anno sono le più sagge e le più affascinanti, di poche parole, ma estremamente generose; trovano rifugio nei libri, nella musica, come anche nel vino e nelle conversazioni: la loro eloquenza e grazia si sposa perfettamente con nuove idee, nuovi argomenti e nuovi stimoli. Proprio questa è l’origine del desiderio di creare un oggetto da regalo e da collezione che esalti queste nobili ed eccezionali virtù, che possa essere unico, bello e ricercato. 

La figura del serpente è storicamente ambigua, in base al contesto storico ed alla geografia di alcuni popoli, questo animale strisciante ha assunto una molteplicità di significati ben distanti tra loro. Il veleno, proprio del serpente, è a sua volta un concetto ambiguo, la cui etimologia viene dal latino venum, quindi, Venere: può dunque essere inteso come filtro amoroso ma anche sostanza fatale; può da un lato guarire e dall’altro avvelenare. Lo sa bene Baccarat che celebra l’anno del Serpente con una rappresentazione che esalta la purezza del cristallo, evidenziandone il portamento, la sensualità data dalla lucentezza e l’intelligenza della posizione eretta che scruta ciò che ha davanti. Questa rappresentazione eleva la saggezza e la fermezza tipiche della cultura cinese, distaccandosi del serpente schiacciato e insinuante.

Una concezione diversa si ha nella Genesi dove il serpente ricopre un ruolo fondamentale nella definizione dell’umanità e della vita come la conosciamo: l’insistenza sulla verità letterale del racconto ha fatto si che filosofi, teologi, sacerdoti, monaci e visionari, insieme a poeti e artisti elaborassero un pensiero profondo che rafforzasse l’autenticità del racconto dell’uomo e della donna nudi e del serpente tentatore. L’animale si è quindi affermato nella visione collettiva come l’origine della decisione umana di prendere, mangiare e condividere il frutto proibito che ha portato l’essere umano a rendersi conto della propria esistenza, della sua condizione e quindi anche, secondo il racconto, della propria nudità. Il serpente è quindi provocatore, un animale che tenta l’uomo e lo porta all’errore, a compiere un atto proibito: è per questo subdolo, attaccato al terreno ed alla materia. Prende spunto da questa narrazione l’opera di Daum, rappresentante un serpente non particolarmente vicino alla cultura cinese, quindi raccolto su sé stesso in un magnifico vaso verde lucente, come anche in una posa che allude al movimento progressivo, monotono e circolare che garantisce dinamicità.

Nell’antica Grecia il serpente ha una concezione diversa: i due miti di Laocoonte e di Medusa ne sono un esempio. In entrambe i casi il serpente è strumento utilizzato dalla divinità per andare contro l’uomo. Nel primo caso Atena manda due serpenti marini contro Laocoonte e i due suoi figli, avendo quest’ultimo dubitato della bontà dei Greci che avevano lasciato in dono ai Troiani il celebre cavallo che gli sarà fatale. Nell’Eneide i due animali strangolano ed uccidono i tre uomini che così non potranno più evitare la caduta di Troia. Nel secondo caso Medusa, forse per eccessiva bellezza, forse per una semplice vendetta di Atena, viene condannata ad avere i serpenti al posto dei capelli ed a pietrificare con essi chiunque le rivolgesse lo sguardo. Vittima di questa condizione è l’uomo che, da lei attratto, è soggetto ad un crudele destino. Pronto ad attaccare la sua preda come i serpenti greci, così il serpente di Lalique, satinato e in oro, riflettente la luce del sole, sembra progredire con decisione e curiosità verso l’osservatore, unendo forza e leggerezza. Una rappresentazione di carisma e creatività che vede l’animale formare un otto che secondo la tradizione cinese porta fortuna. 

Sia il mito che la religione inevitabilmente ispirarono opere d’arte eccezionali e veri e propri capolavori come il Gruppo del Laocoonte e lo Scudo con la testa di Medusa di Caravaggio. Oltre a questi però il serpente verrà generalmente rappresentato come strisciante e schiacciato dal piede dell’uomo, ad evidenziarne la superiorità e la capacità umana di sovrastare il peccato. Tutte queste storie, tutta questa centralità in termini religiosi, storici ed artistici, fanno si che ancora oggi la figura del serpente venga utilizzata per la realizzazione di oggetti d’arredo, gioelli, sculture. Baccarat, Daum e Lalique ne sono un esempio dal momento che cercano di rianimare i valori di antiche tradizioni, sia orientali che occidentali, inserendoli in delle sculture che, grazie alla loro manifattura numerata ed artigianale, possono essere connotate come opere d’arte. 

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